A due anni da “Asintoti e altre storie in grammi”, il poeta Davide Rocco Colacrai torna con una nuova silloge poetica – edita da Le Mezzelane – “Della stessa sostanza dei padri – Poesie al Maschile”.
Dicono della silloge :
“I versi di Colacrai escono da una penna elegante, che incastona persone, avvenimenti, sensazioni, istituzioni, osservazioni in frasi nelle quali ogni parola è al suo giusto posto, ha il suo giusto peso. Parole capaci di far provare pietà, rabbia, malinconia, desiderio di riscatto, illuminando la realtà di una luce nuova e non comune.”
Dettagli del libro
Titolo: “Della stessa sostanza dei padri. Poesie al maschile”
Autore: Davide Rocco Colacrai
Casa editrice: Le Mezzelane Casa Editrice
Genere: raccolta di poesie
Pagine: 72 pp.
Anno: 2021
ISBN: 9788833285382
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Presentazione
Il volume, terza silloge edita dalla casa editrice anconetana , si compone di 27 poesie che parlano dell’uomo in tutte le sue estensioni e visioni.
Ogni componimento ha un preciso rimando ad un uomo, un amico, un personaggio pubblico; questi uomini ispirano, con la propria vita e le proprie opere, versi eleganti che cristallizzano e fissano su carta tematiche potenti e attuali, spesso difficili da affrontare.
Ci sono versi dedicati alla pazzia e ai manicomi, alla droga, al suicidio, all’omosessualità nei campi di concentramento e l’onta familiare di scoprire un parente gay, ai migranti e alla loro terribile fine, alle lotte politiche anti-dittatoriali.
Molte poesie sono ispirate a personaggi afferenti alla sfera personale dell’autore ma tanti altri sono personaggi famosi; ci sono infatti versi ispirati e dedicati a Rudolf Nureyev, al giovane calciatore calabrese Nunzio Lo Cascio, allo scrittore anti castrista Reinaldo Arenas, a Stefano Cucchi e allo scienziato Stephen Hawking.
Davide Rocco Colacrai riesce con disinvoltura ad affrontare tante tematiche forti e dolorose grazie all’uso sapiente degli aggettivi e delle figure retoriche che si contaminano continuamente con altri “media” letterari e non (narrativa, film, canzoni).
Questa silloge, come molto bene descrive lo stesso autore, si può considerare come una risposta a “Istantanee Donna – Poesie al femminile” ma anche “un importante punto di evoluzione nella mia vita, contemporaneamente un nuovo punto di arrivo e un nuovo punto di partenza; è una presa di coscienza, umana ma anche spirituale, che prima mi mancava”.
Recensione di S.I.
Ho apprezzato moltissimo queste poesie.
È bello aver trovato una raccolta di questo genere che tratta molti temi di attualità e non è intrisa del solito sentimentalismo. Contiene dediche a grandi artisti del passato; la prima è per “il tartaro danzante” (Rudol’f Chametovič Nureev), momenti di cordoglio e riflessione nei componimenti scritti a Stefano Cucchi e per il tema manicomiale.
Versi costellati da paragoni sorprendenti come
la fame e il suo orizzonte resi liquidi dalla minestra sporca come una lacrima di notte che stringevamo tra le mani
e da perle per arricchire il bagaglio culturale di ognuno.
Non conoscevo la storia Baris Yazgi , violinista curdo ventiduenne morto annegato, nelle acque d’un fiume, stringendo tra le braccia il suo strumento. Il poeta lo ricorda così:
Sono un Cristo che ha per croce un violino
Le trovo parole cariche di luce, nonostante siano state scelte per dipingere un’immagine di morte.
Il viaggio con la sua “stilografica che attraverso movimenti morbidi e precisi” ci entra dentro, continua con una poesia tristissima, che racconta la società che sta in piedi senza cuore:
Tuo nonno non mi disse mai che mi voleva bene, per fottere non serviva.
Riporto le metafore migliori che ho incontrato nel testo: “Pleniluni di fragola” che sta per i buchi sulle braccia di un tossicodipendente, “Minatore stanco che continua a cercare un cuore d’oro” per la speranza che dopo una vita di fatiche non cede, le stelle viste come le efelidi di Dio.
Notevole anche l’attenzione posta alla censura dei regimi totalitari e il racconto di un uomo che si salva grazie alla possibilità di storpiare il suo cognome sul passaporto, scritto a mano, in fretta e furia.
A molti sognatori fu imposta una morte pubblica lenta e solitaria
Il contrasto tra la presenza della folla e la solitudine rende a meraviglia il sentimento della mancata pietà e perfino del lutto negato ai dissidenti.
In quel contesto la vita umana è appesa a un filo, anzi a una vocale, Reinaldo Arenas per merito di un tratto di penna diventa Reinaldo Arinas ed è salvo.
Ho raccontato solo alcune delle poesie, tutte sarebbe impossibile e poi questa è davvero un’Opera che andrebbe comprata. Consigliata a tutti.
Biografia dell’autore
Giurista e Criminologo, Davide Rocco Colacrai è al suo dodicesimo anno di carriera e partecipazione a Premi Letterari; ha infatti ricevuto numerosissimi riconoscimenti nazionali e internazionali. Tra gli ultimi: il Premio Letterario Europeo “Massa, città fiabesca di mare e marmo” (aggiudicato per il secondo anno non consecutivo), la Medaglia di Bronzo per Meriti Letterari al Premio Internazionale “Medusa Aurea” organizzato dall’A.I.A.M. (dopo aver vinto quella d’oro per due volte consecutive) e il Premio come Poeta dell’anno all’omonimo Premio Internazionale organizzato da Otma2 Edizioni.
Ė autore dei seguenti libri: “Frammenti di parole” (2010), “SoundtrackS” (2014), “Le trentatré versioni di un’ape di mezzanotte” (2015), “Infinitesimalità” (2016), “Istantanee Donna (poesie al femminile)” (2017), “Il dopo che si ripete, sempre in sordina” (2018) e “polaroiD” (2018), che ama presentare sotto forma di spettacoli di “poesia in teatro”, con cui gira da alcuni anni l’Italia.
Hanno scritto di lui Alfredo Rienzi, Carmelo Consoli, Livia de Pietro, Armando Saveriano, Italo Bonassi, Flavio Nimpo, Mauro Montacchiesi, Gordiano Lupi, Alfredo Pasolino, Stefano Zangheri e molti altri.
Nel tempo libero, insegna matematica, studia recitazione, è autore radiofonico per whiteradio.it, colleziona 45 giri da tutto il mondo (ne possiede duemila), ama leggere, praticare sport all’aria aperta e viaggiare.