Nuovo anno e nuove recensioni che non vedono l’ora di essere pubblicate. Spero che questi primi giorni del 2023 siano stati all’insegna della felicità e vado a presentarti il libro che ha accompagnato i miei con piacere. Si tratta di “Volevo imparare ad andare in bicicletta” di Alessio Cristiano. Vieni a scoprirne di più.
Dettagli del libro
Titolo: Volevo imparare ad andare in bicicletta
Autore: Alessio Cristiano
Casa editrice: Rossini Editore
Anno: 2022
Pagine: 215 pp.
Genere: fantascienza
Formato: cartaceo
ISBN: 9791259691859
Trama
“Il mondo ha le ore contate”. Non ci sono dubbi o viene lasciato spazio a interpretazione alcuna alle raccapriccianti visioni di Monique: l’uomo, con il suo scellerato e alquanto deplorevole comportamento, rimasto inalterato nel corso dei secoli, ha causato una destabilizzazione nel delicato e armonioso equilibrio tra di esso e la Terra. Ed è questa la triste verità nonché consapevolezza di cui, Monique, prende atto grazie ai continui incontri con degli “esseri” sconosciuti. Pian piano, gli incontri diventano sempre più frequenti e spaventosi ma, ciò nonostante, le informazioni che la donna riesce a percepire sono terribilmente reali. Saranno proprio le sue visioni a guidarla attraverso un percorso fatto di derisioni e rinunce sconvolgendo, però, la collaudata routine della vita matrimoniale.
Incipit
Piccoli segnali.
Nonostante fossero le tre di notte Monique era ancora sveglia e non riusciva a dormire. Continuava a rigirarsi nel letto nella speranza di trovare una posizione che finalmente le permettesse di chiudere gli occhi. Le aveva provate tutte pur di riuscire nel suo intento, anche il metodo più noto (ma a quanto pare non molto valido) di contare le pecore non aveva dato i frutti sperati, ogni tentativo intrapreso risultò vano. Aveva gli occhi completamente spalancati come se avesse dormito per ore e ore. Ma il vero problema era che ogni volta che provava a chiudere gli occhi, la sua mente veniva immediatamente impossessata da strani pensieri. Strane e surreali visioni che in qualche modo avevano a che fare con la sua quotidianità, le mettevano addosso un’agitazione tale da risultare incontrollabile.
Era quasi una settimana che andava avanti questo stato di cose e nonostante fosse una donna forte, la sua stabilità psicofisica cominciava a vacillare. Non aveva detto niente a suo marito, in quanto essendo un tipo molto ansioso, si sarebbe allarmato inutilmente ingigantendo un problema che magari neanche esisteva. Ormai erano le quattro e di dormire non se ne parlava, il suo sguardo era fermo da tempo sulla sveglia posta sopra il suo comodino.
Recensione
Non c’è nulla di più entusiasmante del senso di gioia misto a curiosità che si prova nell’esplorare una nuova proprietà. Ho provato questa sensazione il giorno in cui ho comprato casa. Frugare in ogni angolo in cerca di ricordi del passato è stata la prima cosa che ho fatto. Mi sono infilata persino nel sottotetto, trovando incisa nel tufo la data di realizzazione del tetto.
È stata a mia veduta ancora più fortunata di me Monique, protagonista di “Volevo imparare ad andare in bicicletta” di Alessio Cristiano, che sistemando la rimessa per trasformarla in uno studio, rinviene alcuni diari contenenti le memorie del precedente proprietario. A detta di tutti l’uomo era un vecchio demente, a cui non dare per nulla retta. Monique si sente però attratta da quegli scritti. Non comprende inizialmente come interpretarli e se abbiano un senso logico, ma da loro il beneficio del dubbio.
Erano cinque diari, tutti con una copertina nera e rigida, numerati progressivamente dall’uno al cinque con numeri romani, scritti con un pennarello bianco.
Strani sogni premonitori e accadimenti hanno così il via, portando noi stessi lettori a non comprendere cosa stia avvenendo e dove si vada a parare. Si rimane sgomenti.
…ma cos’è la verità: qualcosa che succede davvero, oppure la cosa più comoda e facile da raccontare. Non tutti vogliono sapere la verità, anzi quasi a nessuno piace conoscerla. Tutti vogliono mantenere il loro piccolo mondo così com’è, disguidi compresi. Il tangibile è la verità tutto il resto è solo il frutto di contaminazioni dovute alla fantasia sfrenata e malata di qualcuno. Come si fa a dire ad una persona che ha vissuto per quaranta o cinquanta anni in un determinato modo, che tutto quello che ha visto, toccato, desiderato e forse raggiunto, è solo qualcosa di effimero, di etereo, di inutile, in quanto rappresenta il risultato di un’esistenza all’insegna della menzogna, del vivere in modo sbagliato.
Monique scopre una realtà che le sembra lontana da lei e ci si ritrova immersa invece poco alla volta. Tutto le sembra surreale, impossibile. È però aperta a questa esperienza che ha del paranormale e del trascendentale. Vive con fiducia ciò che le accade per il semplice motivo che si sente responsabile della missione a lei affidata.
La regia della loro vita non era più nelle loro mani, ormai erano solo degli spettatori che non potevano fare altro che “osservare” quello che il fatto gli aveva riservato.
Un pochino meno convinto della situazione è Pierre, il marito, succube della moglie per infinito amore e per via di un carattere tranquillo e non portato ai conflitti.
Trovo che “Volevo imparare ad andare in bicicletta” sia la lettura ideale per gli appassionati di fantascienza, egittologia e creature extraterrestri. Viene fatto riferimento a “esseri divini” che avrebbero aiutato la nostra evoluzione da ominidi a Homo Sapiens.
Si è portati inoltre a riflettere su quanto fatto da noi persone al mondo in cui viviamo e al destino che incombe sul genere umano. Cristiano ci offre una sua versione sulla possibile salvezza del nostro patrimonio genetico. Sono già in molti a credere che nello spazio ci sia più di ciò che conosciamo. Si tratta solo di non mettere un freno alla ragione e di lasciare uno spiraglio alla possibilità.
Pur essendomi piaciuto il canovaccio della storia, ci sono stati aspetti che non mi hanno pienamente convinta e vado a riportarli.
Sono perplessa per quello che è il titolo del romanzo. Ho atteso per molto di trovare un nesso logico che ne facesse comprendere la scelta da parte dello scrittore. Quando finalmente se ne coglie il perché, ho trovato il tutto un pochino debole. Mi aspettavo qualcosa di più profondo da un titolo di questo genere.
Le virgolette poi sono un aspetto che mi ha lasciato contraddetta. Sono stata educata ad un utilizzo moderato di questo segno grafico, usato principalmente per evidenziare parole di uso gergale, ironiche, tecniche o termini stranieri. Qui l’autore ne fa un uso smodato e a mio avviso improprio. Avrei preferito più moderazione perché il troppo stroppia.
Biografia dell’autore
Alessio Cristiano è nato nel 1964 e vive in provincia di Venezia. Sposato e padre di due figli, lavora come direttore di filiale presso una società di ristorazione internazionale. Appassionato da sempre di scrittura, ha iniziato fin da giovane età a scrivere per i vari giornalini locali. A oggi ha al suo attivo quattro romanzi: “In principio era il caos“, “In principio era il caos-La rinascita“, “Vivere nel silenzio: diario di un ragazzo sordo” e “Volevo imparare ad andare in bicicletta“.
Quanto mi piacerebbe trovare dei diari vecchi di qualcuno del passato. Adoro questi ritrovamenti e le storie che si possono
scoprire
Sarei molto molto curiosa di leggerlo, anche se i libri di fantascienza ogni tanto non incontrano molto il mio gusto. Ma questo sembra interessante
Condivido abbastanza la questione del titolo. Facendo la riflessione al contrario, mi emoziono ogni volta che in un libro spunta il forte nesso con il titolo
Molto intetessante. Il 2023 non è iniziato nei migliori dei modi ma neanche nei peggiori, fortunatamente.
Non sono molto per la fantascienza ma mi hai incuriosita comunque