La mia ricerca di nuovi scritti , di esordi che abbiano qualcosa di interessante da proporre, mi porta oggi a parlarti di “La Contessa”, primo romanzo della scrittrice Elisabetta Antonella Insolera, che ringrazio per avermi omaggiato di una copia del suo lavoro.
Vuoi saperne di più di questo libro? Prosegui nella lettura e se ti fa piacere lascia un commento al mio articolo.
Dettagli del libro
Titolo: La Contessa
Autrice: Elisabetta Antonella Insolera
Casa editrice: Gruppo Albatros Il Filo
Collana: Nuove Voci
Genere: giallo contemporaneo
Anno: 2021
Pagine: 326 pp.
ISBN: 9788830647954
Trama
L’autrice, Elisabetta Antonella Insolera, di questo avvincente giallo, ci riporta nelle stanze lussuose di una Eyes Wide Shut, romana. Atmosfere nobili ed altolocate intessute nella sontuosità della Roma Imperiale. Ci mostra, così, le meraviglie di questa Città Eterna, tra un rompicapo ed un altro, nel tentativo di farci comprendere cosa si celi dietro delle tende molto spesse di satin e sulle labbra di chi legge certi simboli… Aldo Carta, commissario della squadra mobile, è il protagonista di questa storia. Verrà disegnato sia il suo lato professionale che quello umano. La scrittrice, infatti, tenta di mostrare le due facce della medaglia, di ognuno dei suoi personaggi di fantasia. Il fascino per l’arte trascolora nella tristezza di avventate scelte e si mescola al calore della famiglia e alla dedizione per il proprio lavoro…
Esergo
Antefatto
La casa era avvolta in un silenzio assoluto, le luci soffuse illuminavano parte dell’ingresso e del soggiorno. L’assassino sentiva solo il suo respiro ansimante. Tutto si era svolto in modo talmente veloce, da non rendersene quasi conto. Continuava a guardarlo, era lì disteso sul pavimento su di un fianco, ormai senza fiato in corpo. Era morto. Non avrebbe mai pensato di essere capace di compiere una simile azione, ma ormai era tardi per tornare indietro. Era sicuro che nessuno sarebbe mai risalito a lui. Così dando un ultimo sguardo al cadavere andò via, nell’oscurità della notte.
Recensione
Eccoci alla ciccia del mio articolo, al momento dedicato all’approfondimento e alle considerazioni. Sono certa che se sei qui è per capire di cosa parli “La Contessa”, quali siano i suoi punti forti e le eventuali pecche. Non indugio in altre parole e vado a parlarti del romanzo.
Siamo a Roma, nel cuore della Capitale. Una giornata come un’altra inizia al bar del signor Carlo. Gli avventori sono quasi sempre clienti affezionati e lui, abile nella lettura del labiale, ormai ci si è affezionato: ci sono le “sue ragazze”, quattro giovani amiche con i loro problemi in amore, ci sono il commissario Carta e l’ispettore Monticino. Manca all’appello il signor Paolo, professore alla Sapienza. Strano! Arriva una chiamata e da qui ha il via l’investigazione che ci porterà a scoprire cosa sia accaduto a Paolo, chi sia la “Contessa” e perché il libro sia intitolato proprio a lei.
Due sono gli omicidi che vedranno impegnata la squadra del commissario Carta e innumerevoli i possibili assassini. Chi per una cosa, chi per l’altra, molte delle persone di cui facciamo conoscenza avrebbero un valido motivo per uccidere le vittime. Solo alla fine del romanzo scopriremo come sono andati realmente i fatti e chi è il responsabile di quando accaduto.
Sin dalle prime pagine si rileva un’ottima caratterizzazione dei personaggi sia dal punto fisico che da quello caratteriale. Di ogni persona presentataci conosciamo pian piano tutto ciò che la riguarda e arriviamo ad averne un quadro complessivo molto esauriente. Ci si affeziona al Commissario Carta, come al signor Carlo, a Elvira o a Caterina perché viviamo le loro gioie e le loro preoccupazioni, al loro fianco, come fossimo i loro confidenti, come fossero di famiglia.
E’ evidente l’amore dell’autrice per l’arte, per quanto c’è di bello nella nostra Roma e nell’Italia tutta. Ho molto apprezzato alcuni scorci delle città che fanno da ambientazione alla storia.
Ciò che contribuisce a dare carattere a “La Contessa” sono senza dubbio gli argomenti toccati nel corso degli eventi. Proprio perché accompagniamo i protagonisti, oltre a seguirli nell’indagine vera e propria, fatta di ipotesi e interrogatori, siamo a loro vicini anche nella vita di tutti i giorni, quella privata.
Amicizia, amori che nascono o finiscono, rapporto genitori/figli, solitudine. Tutto ciò va a comporre e arricchire positivamente la trama di questo bel giallo, che ci porta anche a confrontarci con noi stessi, a riflettere sugli sbagli che commettiamo.
“Quella Rinaldi è una donna strana. Non capisco perché lo faccia, non le serve, ha tutto”.
“Non tutto” disse Elvira “rimane una donna sola. E quando si vive nella solitudine si vive male”.
A me è piaciuto particolarmente la questione del “doppio”, l’essere una persona pubblica che si discosta da quella privata. Avere interessi e occupazioni diverse da quelle per cui siamo noti non significa necessariamente ricorrere a delle maschere o soffrire di disturbi del comportamento, può essere comunque un aspetto del nostro essere, la faccia in ombra del nostro io. Colpevolizzare tali persone ritengo sia sciocco, perché va a limitare la loro libertà di espressione. Chi non vorrebbe essere almeno per una volta qualcuno diverso da come è conosciuto?
Si era preso gioco di lei, o solo con lei riusciva ad essere se stesso, facendo vedere un lato, che gli altri non conoscevano? Stando ai fatti, non lo conosceva proprio.
Nell’elogiare una storia che mi ha coinvolta, non posso però nascondere di aver trovato tanti refusi e punteggiatura approssimativa, che per una pignola come me non è il massimo.
E’ un peccato che una storia così ben ideata risulti sporcata da difetti che avrebbero dovuto essere corretti prima della pubblicazione. La mia personale tirata d’orecchi a Gruppo Albatros Il Filo, che avrebbe dovuto effettuare un lavoro migliore di correzione di bozze. Ho discusso con l’autrice di questa cosa e mi ha garantito che provvederà a rimettere mani sul testo per pulirlo dalle imperfezioni presenti.
Spero che questa sia la prima di una lunga serie di casi da risolvere per il Commissario Carta. Mi è piaciuto passare alcune ore in sua compagnia e vorrei saperne ancora di più di lui e delle persone che fanno parte del suo mondo.
Consiglio la lettura di “La Contessa” a chi apprezza sbirciare nella vita degli altri, a chi ricerca i sentimenti oltre ai fatti e a chi sotto sotto si sente un pochino investigatore.
Biografia dell’autrice
Elisabetta Antonella Insolera vive da più di vent’anni in provincia di Venezia con la sua famiglia, cani compresi.
Di origine siciliana, le piace preparare dolci per suo marito, suo figlio e per gli amici.
Sempre intenta a scrivere, leggere e quando capita vedere qualche serie televisiva. Di solito fa tutto questo, e tanto altro, contemporaneamente nell’arco della sua giornata.
La passione per la lettura e le città d’arte, l’hanno portata a scrivere il suo primo romanzo, “La contessa”, ambientato nella città che più ama, Roma.
Ha iniziato, così, un nuovo capitolo della sua vita.
Non male come trama. Sai anche a me danno un enorme fastidio i vari errori
Peccato per le imperfezioni, anche a me disturbano molto in lettura
Tutti noi abbiamo più volti a seconda di cosa facciamo e di con chi siamo. Quindi sono d’accordo anch’io come dici tu che può essere che abbiamo un pubblico e un privato ben distinti, senza essere problematici per questo.