Sempre dalla parte delle CE indipendenti e degli autori esordienti, non ho resistito al partecipare alla readalong indetta da Tandemcollectiveglobal in occasione del lancio di “L’altra valle”, romanzo d’esordio dello scrittore Scott Alexander Howard, pubblicato in Italia da Mercurio Books..
Sono diverse le particolarità di questo romanzo e se hai qualche minuto a disposizione te ne parlo.
Dettagli del libro
Titolo: L’altra valle
Autore: Scott Alexander Howard
Casa Editrice: Mercurio Books
Traduttrice: Veronica La Peccerella
Anno: 2024
Pagine: 368 p.
Genere: Libro sulla soglia (fantascienza, distopia, di formazione, young adult)
Formato: cartaceo
ISBN: 9791281656031
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Trama
Odile ha sedici anni quando si trova a scegliere tra sé stessa e l’amore per Edme. Vivono entrambi in una città dall’incanto obliquo, immersa in una valle boscosa, perfetta nella sua immobilità. A est, però, oltre le montagne, una valle identica ospita la stessa città, ma vent’anni nel futuro. A ovest, un’altra ancora, vent’anni nel passato. E così all’infinito, in entrambe le direzioni.
È in questo mondo dal tempo maledetto e magico che i due ragazzi imparano a conoscersi, fino a quando Odile non incrocerà lo sguardo dei genitori di Edme, venuti da una valle futura. Sa che questo vuol dire solo una cosa: il ragazzo morirà, perché l’attraversamento dei confini è consentito esclusivamente per curare un lutto, per vedere ancora una volta un figlio, un compagno, o per sapere ciò che sarà delle persone amate.
Comincia così il viaggio di Odile, divisa fra destino e libero arbitrio, fra la propria salvezza e la possibilità di scomparire da ogni valle, dalla vita che ha già vissuto e da quella che le resta da vivere. Quali leggi deciderà di infrangere, e quanto lontano sarà disposta ad andare, pur di salvare Edme?
Incipit
Avevo l’abitudine di starmene da sola accanto alla porta del guardaroba. La mattina prima delle lezioni, e di nuovo quando suonava la campanella del pranzo e gli altri correvano fuori, mi mettevo nello stesso punto e poggiavo la testa sullo stucco. Uno spicchio d’ombra proteggeva il muro dalla calura autunnale. Restavo lì con le mani intrecciate, a guardare il bosco e ad aspettare che la giornata passasse.
Avevo iniziato a starmene sul retro della scuola dopo che i genitori di Clare si erano trasferiti in centro, lasciandomi senza amici nel quartiere. A volte la incontravo al negozio o sul viale, ma mentre le nostre madri chiacchieravano, gli scambi stentati tra noi rivelavano che il nostro terreno comune era stato solo letterale: l’area di confine dei nostri cortili. I nuovi vicini erano anziani e mi sembrava che passassero tutto il giorno in vestaglia. E così, a scuola, ero diventata la ragazza della porta: Odile che se ne sta per conto suo. Con cui non si parla mai e di cui si parla raramente. Che fissa il nulla con occhi di legno intagliato, immobile come un’effigie.
Mi piaceva scivolare in classe con un minuto di anticipo, prima che la campanella chiamasse tutti a raccolta. Sei file vuote, di fronte a una lavagna immacolata. L’odore polveroso del gesso si mescolava a un tanfo pungente di olio. Il mio insegnante, Monsieur Pichegru, era solito passare sulla cattedra un panno nero bagnato. Quando ero più piccola, l’odore oleoso mi faceva pizzicare le narici.
Poi suonava la campanella, dietro di me si apriva la porta del guardaroba e la stanza si riempiva di rumore. Nella tempesta di risate e pettegolezzi, continuavo a essere sola. Ma quando entrava Pichegru con i suoi libri e la sua frusta, tutti si zittivano. Restavamo in piedi, dritti nelle nostre uniformi finché non ci faceva cenno di sederci, e per le successive ore di lezioni e test ero felice di avere compagnia nel mio silenzio.
Recensione
Cercare di inquadrare “L’altra valle” in un genere letterario specifico è a dir poco impossibile. Trovo che la scelta fatta da Mercurio Books di pubblicare libri definendoli “sulla soglia” sia stato un ottimo trampolino di lancio, sia per la nuova realtà editoriale che per le proprie opere in catalogo.
Fantascientifico, distopico, di formazione e young adult sono solo alcune delle caselle in cui si potrebbe inserire il romanzo di Howard e nessuna esclude l’altra. Anzi, tutti gli elementi si mescolano in modo omogeneo, senza far dominare un aspetto in modo prevalente.
Già dalla lettura della trama, sono rimasta catturata dal mondo surreale nel quale si trova a vivere Odile, adolescente orfana di padre e narratrice principale, che si appresta a dover scegliere quale mestiere svolgere in futuro. La madre ha grandi ambizioni nei suoi confronti e la spinge a far domanda al Consiglio, organo direttivo della Valle in cui abitano, che, al pari del nostro Governo, decide chi possa varcare i confini a Est o ad Ovest.
Non è poca cosa il fatto che questi due punti cardinali siano legati al passato e al futuro. Chi non vorrebbe l’opportunità di vedere il proprio domani o tornare indietro di vent’anni per scrutare da lontano una persona cara non più in vita? Nella Valle questa è normale routine, anche se se ne parla con discrezione e vi è una sorta di taboo attorno questa opportunità. Si tende a scoraggiare le visite oltre confine, perché molto pericolose, in quanto c’è il rischio di alterare la linea temporale, modificando così intere esistenze.
Una persona va a Ovest, interferisce, e poi un nuovo tempo lo travolge come un’onda, senza lasciare nulla. È semplice quanto spietato.
Odile è una ragazza solitaria e taciturna, intelligente, ligia alle regole e rispettosa dell’autorità. In un certo senso, diventare una Consigliera le si addice molto, sarebbe proprio il lavoro che le risulterebbe cucito addosso meglio.
Inizialmente non sembra esserne convinta, ma nuove amicizie e una simpatia speciale le danno la forza per proseguire il corso di selezione.
Ma è quello che vuole veramente? Sta seguendo la ragione o il cuore? Sarà un evento traumatico a metterla di fronte alle sue scelte e a farle capire cosa è giusto per sè.
Non esiste quello che sarebbe dovuto accadere, ma solo quello che è accaduto: ci si adatta o niente.
Trovo che l’intreccio di “L’altra valle” sia ben strutturato, anche se mi sarei aspettata uno spazio più rilevante per la figura del padre di Odile, tirato in ballo ma superficialmente, a differenza degli altri personaggi ottimamente caratterizzati e con un giusto spazio nella storia. Rimane in sospeso un “disse soltanto che ero la degna figlia di mio padre”, pronunciato in modo dispregiativo dalla madre di Odile. Posso solo immaginare cosa stia dietro a questa affermazione. Che sia il gancio per un prequel o un sequel? Sarebbe bellissimo!
Durante la narrazione vengono toccate tematiche forti come il bullismo, l’alcolismo, la violenza di genere e il superamento di un lutto. Vi sono a bilanciare in positivo però l’amicizia vera, priva di secondi fini, la crescita personale, il piacere per la musica e il primo amore, quello da occhi a cuoricino. Si è portati inoltre a riflettere sul labile confine tra destino e libero arbitrio.
Ben curata l’ambientazione e singolare la passione dello scrittore per la botanica. Vi sono richiami a diversi alberi e arbusti in natura, non tutti a me famigliari, come per esempio il capelvenere, la senape selvatica o il pyrrocoma. Mi piace quando tra le pagine trapelano conoscenze di chi ha scritto. Rende l’esperienza più vera.
Su una scelta stilistica non mi sento invece di appoggiare chi ha editato il romanzo e so aver spiazzato altri lettori come me. Trovare discorsi diretti mescolati al testo comune senza una benché minima punteggiatura mi ha infastidito. Sarò della vecchia scuola e poco flessibile, ma ho messo da me le caporali in tutto il libro. Questa libertà ha inoltre dato spazio al discorso indiretto, che non vedo di buon occhio. Miei gusti personali però, del tutto contestabili.
Non posso che essere soddisfatta dell’avventura vissuta, che mi ha stupito e tenuta col fiato sospeso parecchie volte.
E tu, letta la mia recensione, che dici? Lo leggerai per confrontarti con me qui sotto nei commenti? Ti aspetto con piacere.
Biografia dell’autore
Scott Alexander Howard vive a Vancouver. Ha conseguito un dottorato in Filosofia presso l’Università di Toronto ed è stato ricercatore all’Università di Harvard, con studi dedicati alla relazione fra memoria, emozione e letteratura. “L’altra valle”, in corso di traduzione in numerosi Paesi, è il suo primo romanzo.