Buongiorno lettori! È un po’ che non scrivo qualcosa di nuovo, ma recupero oggi presentandovi un autore emergente italiano che con il suo libro d’esordio sta avendo molto successo.
Voglio che accogliate con entusiasmo Enrico Scebba, scrittore siciliano originario di Bagheria, e il suo romanzo “Sul viale delle ombre-La lacrima del principe”, edito Kemonia Edizioni.
Le mie impressioni sui libri vengono quasi esclusivamente a lettura fatta e non per sentito dire. Mi capita certamente di segnalare opere che io stessa vorrei leggere, ma per non sbagliare con i consigli testo sempre prima io la “merce”. L’ho fatto anche con il suo romanzo.
Vi lascio qui la trama:
Il principe di Villa Phalagon, Sebastian Groove, è affetto da una malattia misteriosa così la moglie Margaret decide di rivolgersi al dottor Steven West, specializzato in infettivologia. L’uomo si recherà all’antica villa del principe accompagnato dall’attraente sorella Katie senza sapere che a Baghville, il piccolo borgo in cui sorge la villa, i tanti segreti e le misteriose leggende rendono il paese un luogo poco ospitale, dove gli abitanti subiscono l’effetto di una potente maledizione che minaccia la loro esistenza. I West conosceranno l’intera famiglia Groove, ma non sarà facile per loro scoprire cosa cela la villa che in paese è stata soprannominata “villa dei mostri”. Molti sono i quesiti che Steven e Katie dovranno porsi. Cosa nasconde Margaret Groove? Perché il figlio Albert sembra l’unico disposto ad aiutarli? Da cosa è affetto realmente il principe di Phalagon? Ma soprattutto, perché tutti i cittadini e persino il parroco del paese temono l’antica villa?
Sono rimasta entusiasta di questo romanzo tra il giallo, il gotico e il thriller. Sono diverse le domande che mi ha lasciato e quale modo migliore per sapere le risposte ai miei quesiti se non quello di rivolgermi all’autore? Vi rendo partecipi di quanto mi ha detto.
- Molto curato nei minimi particolari il tuo romanzo. Quanto tempo hai impiegato per la stesura della storia?
Sono contento che appaia ben curato agli occhi dei lettori, tra l’altro questa è la prima intervista dove rispondo a delle domande poste da una lettrice. Per la prima stesura ho impiegato tre mesi, da febbraio a maggio 2018, l’ho rivisto però almeno altre tre volte aggiungendo o eliminando qualcosa prima che il testo diventasse definitivo e pronto per essere pubblicato soltanto a luglio 2019 dopo altre revisioni da parte dell’editor della casa editrice. Ho atteso così tanto prima di pubblicarlo perché volevo rileggerlo a distanza di tempo in modo da capire se mi piacesse anche dopo un anno. - Per quanto riguarda gli aspetti medici e botanici, sei un autodidatta o hai avuto informazioni da persone del campo?
Essendo un thriller/giallo gotico e che quindi non si focalizza soltanto su aspetti tecnici, ho preferito fare delle approfondite ricerche su internet, quindi sì, direi proprio da autodidatta. - Villa Phalagon è lo sfondo principale di tutta la storia. Sappiamo che si rifà a villa Palagonia a Bagheria, il tuo paese. C’è un ambiente o un particolare che ti ha colpito più di altri e di cui vuoi dire qualcosa in più non scritto nel libro?
Credo di aver inserito e descritto quasi tutto, a volte modificando a mio piacimento alcuni particolari. Potrei dire che la fontana presente nel giardino della villa non era posizionata al centro dal lato dello scalone, ma più in una zona alla sua sinistra, oggi in realtà è andata del tutto perduta. Mentre la chiesetta l’ho trasferita in una zona del giardino sulla destra dello scalone quando invece ancora oggi si trova dalla parte opposta del giardino, sul retro, che oggi è divenuto l’ingresso principale per i turisti. Poi potrei aggiungere che il viale non terminava con l’arco, ma da lì iniziava un altro viale alberato più corto che terminava con una struttura a tre archi, anche di ciò oggi non esiste nulla, ma la zona viene ancora chiamata “i tri purtuna” (i tre portoni) dagli anziani del paese nonostante abbiamo edificato delle abitazioni.
- Per l’atmosfera un po’ gotica e l’epoca storica sembra tu ti sia ispirato ai romanzi dell’800 inglese. Quali sono stati i tuoi modelli?
Sicuramente hanno contribuito le letture di Dracula e Frankenstein, sono stati loro i modelli a cui ho affiancato la mia immaginazione e la misteriose leggende che ruotano intorno alla villa. - I lettori sono portati a collegare i protagonisti di una storia con attori o persone famose per meglio immaginarseli. Se “Sul Viale delle Ombre-La lacrima del Principe” diventasse un film, a chi affideresti i ruoli principali?
Li affiderei ad attori stranieri data l’ambientazione, per Steven andrebbe benissimo il Keanu Reeves di qualche anno fa, per Katie direi Lily Collins (Clary di Shadowhunters), per l’ispettore Parker direi Kurt Russel come quando recitò Tombstone, per John andrebbe bene qualsiasi belloccio e per Carl qualcuno di molto corpulento con un ottimo trucco. - Il Polpetta del libro è pura invenzione o ti fa compagnia nella vita reale?
Polpetta esiste veramente e si chiama proprio così, questo nome gli è stato dato dagli abitanti del paese di Mistretta in provincia di Messina essendo un randagio della zona. Ho avuto la fortuna di incontrarlo e di poterlo vedere, è un randagio particolare perché vive seguendo gli abitanti agli eventi e addirittura si fa trovare in chiesa quando capisce che ci sarà un matrimonio. Su Youtube è possibile vedere un video di un servizio RAI dedicato a questo simpatico cagnolino che è stato infine adottato dal comune di Mistretta.
- Superstizioni e dicerie. Tu cosa ne pensi?
Penso che di vero non ci sia proprio nulla, ma la storia della villa e della sua architettura è legata a concetti alchemici che approfonderò nei prossimi due volumi della trilogia e che si basano su credenze dell’epoca settecentesca. Credenze che se viste sotto il profilo filosofico e simbolico possono dare diversi spunti di riflessione. - Durante i vaneggiamenti del Signor Groove assistiamo alla sua profezia. Ti è risultato facile idearla?
Devo dire che ho dovuto pensarci per diversi giorni, non è stato semplice, ma rende l’idea che Sebastian Groove non sia affetto da una vera e propria malattia. - Diversità, razionalità contro pregiudizio, emarginazione. Sono alcuni temi toccati. Da madre di un bambino disabile, sembra tu abbia a cuore il personaggio di Carl Groove e la sua condizione. Vero?
Esatto, la discriminazione e i pregiudizi credo che siano il vero male sociale del nostro tempo. È sempre avvenuto nei secoli, ma secondo me oggi più di prima si tende a scegliere ciò che eccelle in bellezza. Finché si tratta del proprio partner è comprensibile. Ma ormai penso che la questione sia diventata ben più grande spostandosi in ambito lavorativo e affaristico, nella cerchia degli amici e sui social dove, soprattutto le ragazze, vengono prese di mira dai bulli per una foto con qualche chilo di troppo. Non si accetta più la diversità, la tv ha creato un immaginario di purezza e chi ne rimane fuori per qualsiasi motivo è anche socialmente svantaggiato. - Domanda fai da te! Quale domanda non ti è mai stata fatta e vorresti ti facessi? Diccelo e se ti va rispondi pure.
Una domanda che non mi è stata mai posta sarebbe: Hai intenzione di approfondire il passato di alcuni personaggi attraverso altri tuoi scritti? Sì, diverse lettrici avrebbero voluto sapere qualcosa in più sul passato di Sebastian Groove e sulla sua vita sentimentale. Così ho in mente un ulteriore romanzo sulla sua vita o in cui sia tra i protagonisti, penso sempre a un mistery, ma con lo sfondo di un romance. Per adesso è soltanto un’idea che spero piaccia soprattutto all’universo femminile.
Ringrazio molto Enrico per essersi prestato a questa intervista e vi consiglio caldamente la lettura di “Sul viale delle ombre-La lacrima del Principe”. Se decideste di fidarvi di me e avventurarvi tra le stanze di Villa Phalagon o per le vie di Baghville farete sicuramente un viaggio stupefacente!
Grazie a te per la tua disponibilità!
Ti ringrazio Daniela per questa intervista, mi hai posto delle domande che spesso hanno puntato sui fulcri principali del mio romanzo, proprio sui temi che volevo trasmettere ai lettori/lettrici e che ritengo importanti. Sono contento che abbia lasciato un segno tra i tuoi pensieri e che tu mi abbia intervistato, con le tue parole e il tuo giudizio mi hai non poco emozionato 😊