Ogni anno in occasione della Giornata della Memoria mi propongo di presentare un libro che aiuti a non dimenticare l’orrore della Shoah.
Sono quindi qui oggi 27 gennaio per parlare di “La bugia che salvò il mondo ” di Nicoletta Bortolotti, che attraverso il racconto di due bambini romani ci porta a conoscere una figura degna di nota, il Giusto fra le Nazioni Giovanni Borromeo.
Buona lettura.
Dettagli del libro
Titolo: “La bugia che salvò il mondo ”
Autrice: Nicoletta Bortolotti
Casa editrice: Einaudi Ragazzi
Anno: 2018
Pagine: 160 pp.
Genere: narrativa storica per ragazzi
Formato: cartaceo
ISBN: 9788866564423
Trama
Roma, ottobre 1938.
Amos e Cloe sono migliori amici da tutta la vita, anche se non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altra: tanto è composto, bravo a scuola e sincero lui, quanto è disordinata, pigra e bugiarda lei. Amos è figlio di un professore ebreo, Cloe di un maestro fascista. Giocano lungo le rive del Tevere, all’ombra dell’Isola Tiberina, dove l’ospedale Fatebenefratelli diventa nelle loro fantasticherie un Castello inespugnabile su cui regna un Re buono, L’eroe dei deboli: il primario Giovanni Borromeo.
Ben presto però Amos e Cloe verranno separati da nuovi e impensabili eventi: le leggi razziali, la guerra, la povertà, la fame, le bombe e la paura. Ma quando dall’alto arriva l’ordine di deportare gli ebrei, le loro strade tornano a incrociarsi, e proprio per merito di quel Re buono che a Roma tutti rispettano. Con un’astuta bugia, il dottor Borromeo riuscirà a mettere in salvo dai nazisti numerosi ebrei, restituendo anche ad Amos e Cloe la speranza.
Incipit
Amos era bravo in matematica e non diceva mai bugie. Rispettoso delle regole fino a essere preso in giro dai compagni, misurava ogni cosa. Cloe era brava a mentire e si inventava bugie più fantasiose delle leggende che, fra canne palustri e zanzare infestavano il Lungotevere. Come quella dei due milioni e settecentotrentaquattro denti che un medico sull’Isola Tiberina aveva cavato dai pazienti a mani nude. Entrambi sognavano di fare grandi cose insieme.
Anche se non sapevano quali.
Il 18 settembre 1938, però, anno XVI dell’Era Fascista, mentre Benito Mussolini, dal balcone del Municipio di Trieste, annunciava le leggi razziali, per le quali gli ebrei venivano esclusi dagli impieghi statali e dalle scuole pubbliche, Amos e Cloe si accontentavano di saltellare sull’argine del fiume.
Calpestavano foglie color ruggine che l’autunno iniziava ad ammassare sotto i loro passi come monete senza più valore. Andavano a pescare.
Recensione
Hai mai sentito parlare del Morbo di K? No? Beh, credo che in pochi al mondo saprebbero dirti di cosa si tratta e illustrarti i sintomi di questa “gravissima malattia contagiosa”. Dico così perché fu diagnosticata esclusivamente a partire dal 1943 dal Dottor Giovanni Borromeo ad alcuni pazienti del Fatebenefratelli di Roma in cui era primario.
Uomo dalla grande umanità e senso civico, non iscritto al partito fascista per sua volontà ma protetto dal Papa che lo riconobbe componente del Corpo della Guardia Nobile Pontificia, nascose e salvò la vita a diversi ebrei romani, facendoli risultare ricoverati appunto per il Morbo di K (dove K stava per Kesselring e Kappler, i due ufficiali nazisti addetti al controllo nella città di Roma).
Nicoletta Bortolotti ci parla di lui e del suo stratagemma attraverso il racconto di Amos e Cloe, bambini frutto della sua creatività letteraria . I due sono amici fin dall’infanzia quando all’improvviso si vedono divisi da leggi che non comprendono ma devono rispettare.
Mi è molto piaciuto il quadro storico, presentato con semplicità perchè raccontato come lo farebbero i bambini.
Assistiamo all’allontanamento di Amos da scuola, alle lezioni tenute di nascosto, alla carenza di cibo e al rastrellamento del Ghetto ebraico a Roma.
Fanno riflettere le domande che a un certo punto un Amos ormai quattordicenne si pone durante il dormiveglia.
Forse tutti, prima o poi, mentono? si chiese Amos. Forse diventare adulti significa anche imparare a raccontare il falso, se serve a sopravvivere?
Il dottor Borromeo stava rischiando la vita e quella della sua famiglia per una bugia che avrebbe potuto salvarla a centinaia di persone.
E da un punto lontano dell’infanzia tornò in mente ad Amos una frase: – Le bugie hanno le gambe corte, ma la vita lunga. Chi l’aveva detta? Non si ricordava più. Ma perché la gente aveva sempre questa fissa di distinguere le bugie dalla verità? Cos’era la verità? si chiese ancora Amos, […] Dov’era? In quale luogo si poteva mangiare? Esisteva davvero? E perché si uccideva per essa?
La gente voleva distinguere le bugie dalla verità, pensò, ma forse l’unica differenza che contava era fra le cose che fanno vivere e le cose che fanno morire. […] E una bugia può far vivere tanto quanto una verità. E magari è necessaria. Proprio come la bugia del dottore.
Giorni fa alla TV ho assistito ad uno sfogo della Senatrice Liliana Segre. Lamentava il fatto che con gli anni si parla sempre meno delle atrocità avvenute durante la Seconda Guerra Mondiale e questo porterà al punto di trovare sui libri di storia solo qualche riga.
Per evitare che accada bisogna continuare a denunciare quanto avvenuto con efferata crudeltà, ricordare quanti non sopravvissero ed elogiare chi con estremo coraggio fece del suo meglio per contrastare il male.
Far conoscere la verità alle nuove generazioni è la missione che ci si propone con scritti come questo ed è per tale motivo che ne consiglio la lettura.
Sono rimasta appagata da questo romanzo, perchè ricco di buoni sentimenti e perchè mi ha consentito di conoscere un uomo ammirabile come Giovanni Borromeo.
Trovo inoltre positivo l’esempio di emancipazione offerto con Ida, madre di Cloe, inizialmente timida e schiva, che si ribella alle convenzioni e al volere del marito per riprendere gli studi interrotti da bambina.
… la cura della casa e della famiglia, la missione che realizzava il destino di un’eroica donna fascista, le lasciava ore vuote di noia e solitudine. Ore dove i pensieri s’insabbiavano. Avrebbe voluto continuare a studiare, le piaceva la storia, ma i suoi genitori avevano investito i loro esigui risparmi nell’istruzione dei tre fratelli maschi. Per una ragazza la quinta elementare era una dote più che sufficiente al suo unico scopo: trovare un buon marito. La sola compagnia che Ida amava e dalla quale per ora non si sentiva giudicata era quella di sua figlia.
Tu hai fatto o farai letture che trattino la Shoah? Cosa ne pensi della verità e della Memoria? Se vuoi dirmi la tua nei commenti ti leggo con piacere.
Biografia dell’autrice
Nasce in Svizzera nel 1967, ma vive in Italia. Laureata in Pedagogia, da molti anni redattrice Mondadori, autrice per ragazzi e per adulti, pubblica per le maggiori case editrici e collabora con il supplemento culturale de “La Provincia di Como” e con le riviste letterarie “Letteratitudine” e “Clandestino”.
Ha pubblicato
- per Sperling & Kupfer “Il filo di Cloe” ed “E qualcosa rimane“, ora ripubblicato con Besa Editrice (premio Carver e premio Leonforte);
- per Mondadori “Sulle onde della libertà” (finalista al premio Bancarellino);
- per Einaudi ragazzi “In piedi nella neve” (premio Gigante delle Langhe e premio Cento), “Oskar Schindler Il Giusto” ,”La bugia che salvò il mondo” e in uscita il 7 febbraio “Exodus“.
- per Harper & Collins “Chiamami sottovoce” (premio Alvaro Bigiaretti e premio Giuditta), grazie al quale è stato realizzato un documentario per Rai3 sui bambini nascosti e nel 2022 “Un giorno e una donna”. Si tratta della biografia storica romanzata di Christine de Pizan, prima scrittrice europea donna di origine veneziana (Cristina da Pizzano) vissuta fra il Tre e il Quattrocento alla corte di Carlo V a Parigi, autrice del celeberrimo “La Cité des dames”. Figura di primissimo piano è anche la prima storica donna, la prima editor freelance della storia e la prima biografa di Giovanna D’Arco.
- per Giunti “Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metro“, storia vera di Ahmed Malis.
- per Mondadori Contemporanea il romanzo per ragazzi “Quelle in cielo non erano stelle” e
- per Gribaudo l’illustrato “Il cielo degli animali“.
I romanzi storici li leggerei tutti, non basta una vita però 🤣
Apprezzo sempre questa tipologia di libri quando narra di storie realmente accadute
Avevo già sentito parlare di questo Dottore e di questa malattia “inventata” per salvare molte vite. Sicuramente mi piacerebbe leggere questo libro. Grazie per avermelo fatto conoscere. Mai dimenticare.
Bellissimo, questa lettura mi ispira molto
Davvero un libro importante e che non conoscevo. Grazie di averne parlato.