Finalmente é stata rivelata la copertina del terzo libro della trilogia “Sul viale delle ombre” dello scrittore Enrico Scebba, in uscita il 16 novembre!
Eri in attesa anche tu? Altre belle anteprime tutte per te.
Buona lettura.
Dettagli del libro
Titolo: La chiave dell’eternità
Autore: Enrico Scebba
Ciclo: Sul viale delle ombre
Libro: terzo
Casa editrice: autopubblicato
Editing: Barbara Salerno
Anno: 2023
Pagine: 355 pp.
Genere: romanzo giallo gotico
Formato: cartaceo ed ebook
ISBN: 9798885266789
Trama
Un’ombra oscura continua ad assediare Baghville, con nuovi omicidi, rapimenti ed enigmi da risolvere. Peter, il figlio di Katie West, è sparito. Un grande pericolo lo minaccia. Sua madre e lo zio Steven non si daranno pace finché non lo avranno ritrovato. I due, con l’aiuto di vecchi e nuovi amici, lotteranno contro il tempo per scoprire la verità sul loro nemico. Ma per farlo, l’identità di ognuno dei tesori dovrà essere svelata e altri segreti dovranno essere decifrati. La loro principale pista li condurrà verso Villa Walgarner, la più maestosa dimora signorile del paese, in qualche modo connessa a Villa Phalagon e Villa Boother. Riusciranno i nostri protagonisti a sconfiggere il male che opprime ancora il piccolo borgo, una volta per tutte?
Tra amori e gelosie, intrighi e misteri, ritiri alchemici e sedute di ipnosi, giunge al termine la trilogia “Sul viale delle ombre”, con questo terzo e ultimo volume, in cui tutte le domande troveranno risposta.
Prologo
La mano destra di Ismail Damir, dalla carnagione mulatta tipica degli abitanti del Medio Oriente, si muoveva con dolcezza ed estrema precisione sulla tela, intenta a dipingere una delle sue opere.
L’uomo era solito dedicarsi alla pittura per rilassarsi e, dopo quanto accaduto qualche giorno prima, ne sentiva il bisogno più che mai.
Non riusciva a smettere di pensare a quell’episodio, alla forte esplosione che lo aveva destato di soprassalto, facendolo letteralmente saltare giù dal letto, e a ciò che ne seguì. Mentre con un fine pennello provava a definire i dettagli di un delicato volto femminile, la sua psiche vagava frenetica tra i ricordi di quella notte, ancora vividi nella sua mente.
Quando Steven West gli aveva chiesto se avesse notato qualcosa, lui aveva negato. Era la verità, perché, in fondo, credeva di non aver visto nulla di rilevante.
Dopo essere stato svegliato da quel sonoro boato, Ismail, confuso e spaventato, era corso alla finestra della sua stanza da letto, sita al primo piano di una piccola abitazione, curioso di scoprire cosa stesse succedendo. L’onda d’urto dell’esplosione, partita a pochi metri da casa sua, aveva mandato in frantumi il vetro. I cocci erano sparsi sul pavimento, perciò aveva indossato delle ciabatte per non ferirsi e si era affacciato sulla strada. A un’estremità della via aveva subito notato un incendio lambire i resti di un edificio, ormai crollato del tutto. Sul lato opposto, invece, mentre attonito fissava le fiamme, aveva udito un suono di passi veloci che si allontanavano. Si era voltato di scatto, ma troppo tardi per riuscire a vedere a chi appartenessero; aveva scorto soltanto un’ombra stagliarsi sulla strada, alzando polvere al passaggio, fino a sparire, svoltando l’angolo di corsa.
In quell’attimo, un altro rumore aveva attirato la sua attenzione. Guardando verso la palazzina di fronte, Ismail aveva notato una donna affrettarsi a chiudere le imposte. Da quella posizione poteva benissimo aver visto in viso la persona appena fuggita via.
Dapprima, disorientato dal brusco risveglio, Ismail non aveva badato più di tanto all’esplosione. Solo dopo, ripensandoci a mente lucida, si era reso conto della gravità di quanto accaduto: parte di un edificio storico era andato distrutto e la sua proprietaria era morta. L’uomo si passò una mano sulla barba, tenuta non troppo lunga. Poi, con l’altra, intinse la punta del pennello nel colore e riprese a dipingere il bel viso di donna.
Non riusciva, però, a concentrarsi come avrebbe voluto. Più si sforzava di non pensare a quella notte, più le immagini del devastante scenario a cui aveva assistito riaffioravano nitide e prepotenti. Era stato il primo abitante del quartiere a scendere in strada. L’intera zona era illuminata a giorno dal fuoco; il bagliore dorato delle fiamme si rifletteva sulle finestre ancora integre delle case vicine. Mentre, incredulo, si guardava intorno, dirigendosi verso il punto dove era scoppiato l’incendio, aveva notato qualcosa che luccicava per terra. Si era avvicinato per capire cosa fosse. Affascinato dal suo brillare, aveva afferrato svelto l’oggetto e lo aveva nascosto in tutta fretta sotto il suo abito alla turca, prima che qualcun altro lo vedesse. Ciò che Ismail aveva fatto dopo era noto a molti, compresi Steven e Katie West: aveva aiutato i due fratelli, alcuni agenti di polizia e un gruppo di cittadini a spegnere il fuoco.
Era ormai notte inoltrata quando l’uomo smise di dipingere, o per meglio dire, di provare a dipingere. La stanchezza aveva preso il sopravvento e la sua concentrazione già ridotta ai minimi termini lo aveva ormai abbandonato del tutto. Mise quindi da parte l’opera incompiuta e si diresse verso la camera da letto. Percorso il breve corridoio, percependo sulla schiena spifferi d’aria fredda che filtravano dalla finestra rotta. Era riuscito a sistemarla in maniera provvisoria, coprendola con uno dei tappeti acquistati in Turchia, suo Paese natio.
Ismail Damir era molto legato alle sue origini, lo si evinceva sia dal suo stile d’abbigliamento, sia dai diversi complementi d’arredo che adornavano la sua abitazione. Disseminati per le stanze, infatti, vi erano svariati manufatti orientali, ma non solo. Ismael era un viaggiatore e da ogni luogo che visitava era solito portare con sé un oggetto che glielo ricordasse. Sin da bambino aveva sognato di poter avere un giorno una casa interamente arredata con pezzi di mondo, come li chiamava lui. Non sempre, però, si trattava di semplici souvenir acquistati nelle botteghe, come vasi decorati, libri di autori locali, cappelli tipici o arazzi; talvolta raccoglieva dei veri e propri frammenti del posto. Per questo motivo non aveva saputo resistere alla tentazione di aggiungere alla sua collezione quel misterioso e brillante oggetto trovato per strada.
Ismail si sedette sul letto, ma non si sdraiò. Il desiderio di rivederlo era troppo forte; era come se lo chiamasse. Voleva assicurarsi che fosse ancora ben nascosto, nonostante nei giorni successivi all’esplosione lo avesse controllato decine di volte. Così aprì l’anta della piccola cabina armadio di fianco al letto e vi immerse un braccio, rovistando tra i vestiti. Sapeva esattamente dove cercare e, pochi secondi dopo, tirò fuori la pregiata kefiah in seta che avvolgeva il suo nuovo tesoro. Dispiegò la stoffa, mentre si risiedeva sul letto, e si soffermò ad ammirarlo, riflettendo su quanto l’oggetto in questione potesse essere antico e su quale fosse il suo reale valore. Le pietre preziose incastonate sul manico riflettevano la luce della lampada a olio adagiata sul comodino. Lo impugnò. Il viso di Ismail si specchiava in parte sull’affilatissima lama che aveva provveduto a pulire, ma su cui si intravedevano ancora delle leggere macchie di sangue rappreso.
Biografia dell’autore
Enrico Scebba, classe ’89, è un autore di romanzi con diverse opere già pubblicate, tra cui la trilogia dal titolo: “Sul viale delle ombre”.
Dopo la stesura della sua prima opera, non si è più fermato, continuando a scrivere e coltivando inoltre altre sue passioni, come la lettura e l’informatica. Siciliano di nascita, vive a Roma e lavora nella Pubblica Amministrazione, portando sempre nel cuore la sua terra, anche attraverso la scrittura.