“Ramondo lo scudiero” di Antonio Chirico

di | 5 Aprile 2022
"Ramondo lo scudiero" di Antonio Chirico

Quanto tempo è passato dall’ultima recensione fatta su un romanzo storico? Direi che è venuta l’ora di presentarvi una mia nuova lettura. Soggetto principale del romanzo è il nobile condottiero italiano che fu Principe di Taranto sul finire del 1300: parlo di Raimondo Orsini del Balzo, conosciuto come Raimondello. L’autore vuole ripercorrere i momenti più importanti della sua vita precisando però che non lo farà in modo biografico, ma concedendosi le opportune licenze che un romanzo storico consente. E’ per questo che Raimondo o Raimondello saranno per lui e per noi lettori Ramondo o Ramondello. Questa precisazione per non creare confusione fin dall’inizio.

Buona lettura!


Dettagli del libro

Titolo: Ramondo lo scudiero

Autore: Antonio Chirico

Casa editrice: self publishing

Anno: 2021

Pagine: 484 pp.

Genere: romanzo storico

Formato: cartaceo ed ebook

ISBN: 9791220342223


Stemma della famiglia Orsini del Balzo

Trama

Siamo nel Regno di Napoli, a cavallo tra il 1300 e il 1400. Ramondello è il figlio cadetto del conte Orsini. Suo padre gli ha programmato una carriera ecclesiastica, ma lui è innamorato perso di una fanciulla destinata a diventare contessa e non si arrende a un destino che non vuole. Trova una sponda amica in Ramondo del Balzo, fratello di sua nonna. Il prozio, che non ha avuto figli, gli risolve tutti i problemi designandolo suo successore. Unica condizione per ereditare le sue fortune è che Ramondello aggiunga al proprio cognome anche quello del suo benefattore. Ma le cose non vanno secondo i piani e il ragazzo si trova costretto a partire come scudiero per le crociate del Nord, senza nemmeno un ultimo saluto alla sua amata.

Liberamente ispirata alla vita di Raimondello Orsini del Balzo, è una storia di amori, amicizie, tradimenti, conflitti familiari e battaglie avventurose. C’è spazio anche per delle incursioni nel mondo della cavalleria teutonica e nei misteri del Santo Graal. Il tutto, sullo sfondo storico della disputa tra due re pretendenti al trono di Napoli e dello scisma d’Occidente, con una Chiesa cattolica retta contemporaneamente da due papi in conflitto tra loro. Una storia antica ma con molte curiose analogie con la contemporaneità.


Incipit

Tra le mura del castello, la pace del pomeriggio estivo era turbata da un tintinnio incostante di spade. Nell’assolato cortile, Ramondello e Roberto venivano instradati nelle arti belliche da Gaspare Vinciguerra.
Sebbene le cicale nascoste tra le fronde del grande olmo interno alla cinta muraria si fossero zittite, intimorite dalla presenza umana, un frinire assordante e quasi ipnotico – eppur perfettamente integrato nel silenzio pomeridiano – giungeva dagli uliveti delle campagne circostanti.
Tutt’intorno ogni cosa pareva immobile, come legata e tenuta ben ferma dai raggi del sole, implacabile sulle loro teste.
«Non startene lì impalato, muoviti. E tieni alta quella spada» gridò l’istruttore mentre metteva alle strette Roberto sferrandogli un fendente dietro l’altro.
Incalzato da tutti quei colpi di fila, il giovane non ebbe il tempo per seguire il suo consiglio. Barcollò, poi cadde per terra e, senza rendersene conto, si ritrovò la spada del maestro puntata alla gola.
«Hai ancora parecchio lavoro da fare, mio signore» gli disse Vinciguerra mentre, rinfoderata l’arma, gli tendeva il braccio per tirarlo su e, con l’altra mano, gli dava un buffetto in testa scompigliandogli i capelli.
«Ora tocca a te, Ramondello. Fammi vedere che cosa sai fare tu.»


Recensione

Di storia se ne studia parecchia negli anni di scuola, ma sono talmente tante le figure storiche di rilievo che non si finisce mai di scoprirne di nuove.

E’ grazie alla proposta di lettura fattami da Antonio Chirico che ho conosciuto un uomo di gran valore e tempra morale. Non conoscevo il conte Raimondello Orsini del Balzo, divenuto nel 1399 principe di Taranto.

Raimondello Orsini del Balzo

Attraverso questo romanzo ho ripercorso la sua esistenza dall’infanzia alla morte, seguendo la linea temporale reale, senza ricorso di flashback o salti temporali. Alcuni particolari discostano da ciò che avvenne in realtà, ma romanzare ha permesso all’autore di giocare con colpi di scena e amori cortesi. Io, da curiosa quale sono, ho confrontato la biografia a quanto letto. Credo che sia questo l’intento: spingere alla ricerca e all’approfondimento. Vi invito a fare come me.

Un aspetto che non mi ha convinto pienamente è l’inserimento di alcuni riassunti storici tramite la voce dei protagonisti. Trovo che rallentino la storia. Apporterei delle modifiche in tutto ciò. Persino Ramondello ne sembrava scocciato.

Stranamente da quanto immaginavo, assistere a combattimenti e duelli con la spada non mi ha annoiato come credevo, anzi. Mi sono ritrovata a sperare che tutti ne uscissero indenni, ma come in tutte le storie l’eroe vince sul cattivo, a meno che non sia risparmiato … può capitare!

Prima accennavo all’amor cortese, quello dei giovani spasimanti che si incontravano di nascosto come Romeo e Giulietta pur di passare del tempo assieme, incerti del futuro e consapevoli che le proprie famiglie avrebbero potuto non approvare la loro unione. Ho fatto riferimento proprio a Shakespeare perchè quello dell’amore contrastato tra Raimondello e Isabella d’Aquino me lo ha ricordato molto.

Da amante di figure femminili di carattere ho apprezzato la presenza nel romanzo della regina Giovanna d’Angiò, della santa Caterina da Siena e di Maria d’Enghien, consorte di Raimondello fino alla sua morte. Viene descritta nel romanzo e nei documenti del passato come una delle donne più emancipate della storia medievale salentina e del Sud Italia.

Presunto ritratto di Maria d’Enghien in un affresco della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, a Galatina

Nel Medioevo, troppo trasgressivo veniva considerato il profilo di questa donna, tradizionalmente madre e moglie ligia al dovere, ma al tempo stesso regina, guerriera, mecenate e abile diplomatica.

Ad oggi Maria d’Enghien può essere considerata un modello femminista più che mai attuale a cui ispirarsi. Forse inconsapevolmente la contessa di Lecce si è resa promotrice dell’uguaglianza di genere, assolutamente straordinaria per un periodo come il Medioevo in cui le donne venivano ritenute deboli e moralmente fragili. Maria d’Enghien dimostrò invece una fermezza d’animo unica nel suo genere.

Sono tante le cose di cui potrei ancora scrivere. Potrei parlarvi di Crociate, dell’Ordine teutonico, di Santo Graal, di un tempo che vide due Papi e due re in guerra per la legittimazione, di incomprensioni tra genitori e figli. Perchè non lasciare a voi però il gusto di scoprire come andò?

Consiglio questo romanzo per tutto quanto detto sopra e per il grande contributo divulgativo che apporta alla conoscenza del tardo Medioevo italiano. L’intreccio di eventi accaduti e narrati è importante in quanto a mole e lo studio svolto dall’autore è riguardevole. Occhio però ad anacronismi come le patatine, che seppur banale come cosa stonano con il bel lavoro fatto.

Che aggiungere? Leggetelo e se voleste dirmi come vi è sembrato, vi aspetto nei commenti.


Biografia dell’autore

Antonio Chirico

Antonio Chirico è avvocato civilista e risiede a Lecce. È nato nel 1967 e ha vissuto la sua infanzia nel brindisino, a Torre Santa Susanna.

“Ramondo lo scudiero” è il suo romanzo d’esordio.


5 pensieri su ““Ramondo lo scudiero” di Antonio Chirico

  1. marynightmare

    L’ho letto anche io e mi è piaciuto davvero molto, è stata una bellissima collaborazione. Ho trovato qualcosa che mi ha fatto leggermente storcere il naso (quando mai non mi capita!) ma lo rileggerei di sicuro

  2. La libreria di Yely

    Per gli amanti del genere è sicuramente un titolo da prendere in considerazione, specie se si vogliono approfondire le tematiche legate al medioevo o se si vuole conoscere meglio il personaggio protagonista.

  3. Sonia Murtas

    Ho gia adocchiato questo libro, molto interessante😍

  4. Ale87_book_funko

    Mi sembra molto interessante anche se non amo molto i duelli ma vedo che anche tu sei sulla mia stessa linea eppure non ti hanno annoiata

  5. Maria Grazia

    A volte alcuni espedienti narrativi come dici tu rallentano e appesantiscono la storia. Per il resto sembra averti completamente soddisfatto per cui lo terrò d’occhio

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